Alzheimer: si può affrontare e diagnosticare prima?

Alzheimer: si può affrontare e diagnosticare prima?

Tra le patologie più frequenti dell’età senile si contano quelle che hanno a che fare con la degenerazione del cervello. Tra queste meritano una menzione il morbo di Alzheimer e altre demenze come il Parkinson che al giorno d’oggi vengono diagnosticate sempre troppo tardi. Invece, è bene sapere fin da ora che si tratta di patologie che lavorano e si innescano all’interno dell’organismo molto tempo prima. Infatti, pare che impieghino anni o addirittura decenni prima di manifestarsi con i vari sintomi. Per tale motivo, i ricercatori si sono chiesti se sia possibile intercettare queste patologie ai primi segni di sviluppo, molto prima che appaiano i sintomi.

Sfortunatamente, ancora oggi patologie di questo tipo che molto spesso si presentano nelle persone anziane vengono sottovalutate è comportando un decisivo peggioramento della qualità della vita fino anche a portare a una condizione di disabilità che rende necessario il ricorso al servizio di trasporto disabili a Roma per un viaggio sicuro e senza problemi.

Come individuare la malattia anni prima della diagnosi

Tornando però all’argomento in questione, arriva una buona notizia dai ricercatori di Cambridge che affermano di poter individuare i primi segni di demenza addirittura tra i 5 e i 9 anni prima della comparsa dei sintomi più evidenti. È quanto emerge da una ricerca che prende in considerazione diversi fattori di rischio a partire da informazioni genetiche e stili di vita che sono determinanti nel far comparire la malattia nella fascia di età che va dai 40 ai 70 anni. Non è però finita qui perché fare che sia possibile individuare i processi che portano allo sviluppo dell’Alzheimer anche tramite test sul problem solving, memoria e tempi di reazione.

I test per individuare le patologie neurodegenerative

Sono stati svolti anche esami di tipo corporeo per analizzare che cosa succede in caso di perdita o aumenta di peso. Altri test, invece, sono concentrati nel misurare le variazioni della forza soprattutto nella presa delle mani. Chi per sua fortuna ancora non si trova in età senile forse non lo sa ma, purtroppo, passata una certa età la riduzione di forza nella presa degli arti superiori ha un decorso davvero molto veloce.

Uno studio a ritroso nel tempo

Inoltre, lo studio ha anche ripercorso a ritroso la storia clinica dei pazienti che già a cui già era stata diagnosticata una patologia neurodegenerativa come l’Alzheimer che ha a che fare con la riduzione dell’elasticità delle cellule cerebrali. Si è scoperto che negli anni precedenti alla diagnosi di Alzheimer, i primi segnali erano già apparsi. Infatti, le persone a cui sarebbe stato diagnosticato l’Alzheimer nel giro di 10 anni avevano difficoltà a ricordare liste di numeri e tempi di reazione ridotti. Inoltre, era evidente la riduzione della memoria prospettica cioè quella capacità di ricordare di svolgere un’operazione successivamente nel corso della giornata. Inoltre, per gli esercizi relativi alla capacità di assortimento delle coppie.

Insomma, tutti quei pazienti che al giorno d’oggi presentano problemi di demenza senile e altre patologie tipiche e che compaiono con l’avanzare dell’età, è facile che abbiano una percentuale di invalidità, motivo per cui spesso richiedono l’assistenza del servizio di trasporto disabili a Roma.

Demenza frontotemporale e altre patologie neurodegenerative

Purtroppo, in tutti questi test si sono dimostrati piuttosto efficaci per individuare quelle persone a rischio non solo di sviluppare demenza senile ma anche la cosiddetta demenza frontotemporale, una patologia che è arrivata nelle prime pagine di cronaca poiché a soffrirne e ci sono anche personaggi famosi a partire dall’attore pluripremiato Bruce Willis.

Inoltre, lo studio ha evidenziato che i futuri le persone che avrebbero ricevuto in un futuro una diagnosi di Alzheimer erano cadute almeno una volta. Questo non perché esiste una correlazione stretta tra mobilità e Alzheimer ma piuttosto perché si è di fronte a un’altra patologie neurodegenerative. Prende il nome di paralisi sopranucleare progressiva la quale riduce il senso di equilibrio.

Inoltre, dove era più probabile avere dei futuri malati, non si parlava solo ed esclusivamente di morbo di Alzheimer in senso stretto, ma anche di altre patologie neurodegenerative come il morbo di Parkinson e la demenza con i corpi di Lewy. Vale a dire che questi test risultano quindi un aiuto prezioso per individuare tutti i soggetti a rischio.